o la farsaccia d'Orlando
da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
di e con Ugogiulio Lurini, Marta Mantovani, Andrea Carnevale, Silvia Signorini
costumi e scene Marco Caboni
Il progetto “Orlando” è un progetto di spettacolo che si basa sulla possibilità di lavorare su un montaggio e una drammaturgia “esplosi” dell´Orlando Furioso di Ariosto, una struttura spettacolare sufficientemente aperta da poter accogliere ciò che il Caso, e dunque la vita, pongano all´attenzione di chi si trovi impegnato nella creazione di un evento teatrale.
Il dispositivo drammatico del Furioso, vero e proprio labirinto di vicende e immagini che continuamente si allacciano e si sciolgono, ci sembra il giusto mezzo fra la cultura colta e quella popolare, un potente racconto di episodi carichi di umanità e di contenuti fantastici, una struttura narrativa che si apre continuamente e continuamente offre possibilità di sviluppo scenico, e non ultimo, un grande poema scritto in quello che nelle nostre zone è per eccellenza il metro poetico, ovvero l’ottava rima. Inoltre, ci offre l’opportunità di parlare, col supporto dei versi immortali dell’Ariosto, di temi intramontabili, sempre e ovunque attuali.
Infine, il dispositivo drammatico dell´Orlando permette di arrivare, col supporto dei versi dell’Ariosto, a una lettura tematica della vicenda, che si presti all´interpolazione delle storie e delle vite delle persone, storie personali e collettive in forma storica o leggendaria legate ai grandi temi del Furioso: la guerra, la follia d´amore, la gelosia, il fantastico, il fiabesco.
Lo spettacolo è soprattutto la sperimentazione di un metodo di lavoro e di una strategia di composizione che si fonda sulla narrazione, il ritmo e la comicità, e che ripercorre le vicende dell’Orlando Furioso lungo il filo conduttore della follia d’amore.
L´Orlando Furioso è un poema di guerra, cioè di follia.
Però l´Orlando Furioso è anche un poema d´amore. Cioè di follia.
Ma l´Orlando Furioso è soprattutto un poema folle, nel corso del quale c´è sempre qualcuno che sta inseguendo qualcuno o qualcosa che spesso non raggiungerà, le vicende si intrecciano e si deviano continuamente.
Prendiamo l´inizio: c´è Angelica, la bellissima figlia del re del Catai, che sta fuggendo dal campo cristiano, dove il re Carlo Magno l´aveva fatta tenere in custodia dal duca di Baviera per tenerla lontana da Orlando e Rinaldo, i due più valorosi paladini cristiani, che, essendo entrambi innamorati di Angelica, rischiavano di distrarsi dalla guerra, sicché Carlo Magno l´aveva sottratta alle loro attenzioni e l´aveva promessa come trofeo di guerra a quello di loro che quel giorno si fosse mostrato più valoroso in battaglia. Senonché quel giorno i Cristiani avevano perso, il duca di Baviera era stato fatto prigioniero, e Angelica aveva visto bene di svignarsela: era montata a cavallo e aveva cominciato a fuggire per un bosco. In mezzo al bosco Angelica incontra un paladino armato di tutto punto, intento ad un inseguimento: è per l´appunto Rinaldo, che sta cercando il suo cavallo…
Di questo spettacolo esiste una versione per un attore solo, dal titolo Folle la guerra e chi per lei si svena, ma non meno l’amore a morte mena. Vedi la scheda
La foto di questa pagina è di Daniela Neri